PROGRAMMA DEL VIAGGIO
1°g. partenza per Udaipur
Per raggiungere Udaipur, nel sud del Rajasthan, vi sono diverse possibilità di volo. Si può arrivare in India sia a Delhi che a Mumbai e proseguire da una di queste città con il volo per Udaipur; i transiti da Delhi oggi sono più comodi perché non vi è necessità di cambiare terminal e il capogruppo segue questa opzione. Per raggiungere Delhi o Mumbai si utilizzano voli Etihad, Lufthansa, KLM, Turkish o di altre compagnie scelte dai viaggiatori. Molti voli arrivano nelle prime ore del mattino successivo; se per via degli orari di arrivo o altro fosse utile disporre di un hotel e relativi trasferimenti la notte del 27/12 possiamo organizzare ogni servizio richiesto, inclusi eventuali trasferimenti tra gli aeroporti di Mumbai.
2°g. Udaipur
Il volo da noi suggerito da Delhi a Udaipur parte alle 12.35 con arrivo alle 14.00 (Spicejet) o da Mumbai, per chi arriva lì, partenza 12.35 con arrivo alle 14.05 (Air India) – orari da confermare. All’arrivo a Udaipur si viene ricevuti dal corrispondente indiano e ci si trasferisce presso l’hotel Radisson Blu Udaipur Palace Resort (radissonblu.com/en/resort-udaipur). Udaipur è una delle perle del Rajasthan, conosciuta come la “città dei laghi”. Nel pomeriggio si visita il Saheliyon-ki-Bari, o giardino delle cortigiane, e si gode del tramonto percorrendo in barca il lago Pichola, ai piedi del palazzo reale e dei Ghat (le scalinate per le abluzioni), arrivando al Palazzo di Jag Mandir, posto sul lago.
3°g. Udaipur – Ranakpur – Jojawar
Si completano le visite della città recandosi al grandioso candido palazzo del Maharaja che si erge sul bordo del lago; fu iniziato da Udai Singh nel XVI secolo quando mosse qui la capitale del potente regno di Mewar e fu successivamente ampliato ma con ottima uniformità di stile. Ci si reca anche al Museo e al tempio di Jagdish dedicato a Vishnu, edificato nel 1651. Si lascia quindi Udaipur arrivando al tempio jainista di Ranakpur, forse il sito più bello tra tutte le splendide realizzazioni della religione jain. Il tempio risale al XV secolo, è edificato con 1444 colonne, cesellate ognuna in modo diverso con raffinatezza estrema, disposte in 29 sale tenute con meticolosa pulizia, dove i sacerdoti lucidano anche le pietre dei pavimenti. Il complesso è dedicato alla mitica figura di Adinatha, il primo Tirthankara della religione Jain (“colui che aiuta gli altri ad attraversare l’oceano dell’esistenza”); sorge in un’area naturale selvaggia, gode di una pace assoluta, tra i suoni di piccoli cimbali mossi dal vento. Dopo la visita si prosegue per Jojawar dove si alloggia presso il Rawla Jojawar, una casa nobiliare situata tra le colline di Aravalli; costruita nel XVIII secolo, era in origine una fortezza, ora trasformata in albergo, un “heritage hotel” (jojawar.com). Il percorso complessivo è di circa 170 km, da 3 a 4 ore di guida.
4°g. Jojawar – Chanoud
Si utilizza la mattina per un percorso tra i villaggi utilizzando il treno rurale, godendo del mondo bucolico che l’India conserva tra queste remote colline del Rajasthan, una realtà fuori dal divenire del tempo. Si parte quindi per Chanoud, circa 95 km, da 2 a 3 ore di guida, un villaggio rurale del distretto rajasthano di Pali, che si potrà esplorare con calma. Si alloggia presso il Chanoud Garh (chanoudgarh.com), la residenza nobiliare di questa regione; il palazzo fortificato, recentemente restaurato con cura, è composto da due cortili, di cui uno utilizzato dagli ospiti mentre il secondo è la residenza dei Singh. In serata si effettua un’escursione in jeep ai villaggi dell’etnia Rabari, dove si potranno visitare le case e osservare la vita di queste persone, arrivando con le luci del tramonto ad una pianura salata contornata dai colli Aravali, di peculiare bellezza. Si cena con la famiglia nobile che ci ospita.
5°g. Chanoud – Balaram
Con una piacevole passeggiata si visita il villaggio, con il mercato e la scuola, godendo anche della vista del vecchio forte ai bordi di un laghetto. Si lascia lo splendido ambiente rurale del Rajasthan meridionale entrando in Gujarat a Balaram, una regione che dista 210 km dove risiedono diversi gruppi tribali, un percorso che richiede da 4 a 5 ore; si alloggia presso il Balaram Palace, che è un sito storico “heritage classic hotel” (balarampalace.com).
6°g. Balaram – Patan - Modhera – Ahmedabad
Da Balaram si procede per la capitale del Gujarat, Ahmedabad, che dista circa 185 km. Lungo il percorso si sosta alla cittadina fortificata di Patan, posta sul fiume Sarasawati; le viuzze del centro nascondono un centinaio di templi jainisti, di cui il principale è il Panchasara Parasvanath. Il sito forse più interessante è il Rani ki Vav, noto per la struttura architettonica e le statue; merita menzione anche la riserva d’acqua di Sahastralinga Talav. Prossimo tappa è Modhera, dove si trova il Tempio del Sole, dell’XI secolo, un’interessante testimonianza dell’arte classica del Gujarat, che purtroppo ha sofferto parecchi danni da parte dei musulmani. Giunti a destinazione si alloggia in città presso l’hotel Radisson Blu (radissonblu.com/en/hotel-ahmedabad). Ahmedabad, fondata nel 1411 dal sultano Ahmed Shah, è il centro principale del Gujarat; ci si reca al Sabarmati Ashram, posto sulla riva del fiume, dove Mahatma Ghandi risedette fino al 1930 e da dove ebbe inizio la lotta per l’indipendenza dell’India, e si completa la giornata visitando il tempio jainista di Hathisingh.
7°g. Ahmedabad - Lothal – Bhavnagar
Prima di lasciare la città ci visita la moschea di Sidi Sayed, che risale al 1573, famosa per il fine lavoro di cesellatura e alle 10.00 se possibile si visita il Calico Museum (calicomuseum.com), che raccoglie una collezione di tessuti antichi (è un’istituzione privata che dà i permessi a propria discrezione). Si parte quindi per Bhavnagar; sul percorso con una breve deviazione di raggiunge Lothal (75 km), antichissimo sito archeologico della civiltà di Harappa che risale al secondo millennio prima di Cristo, dove impressiona in particolare il bacino portuale particolarmente ben preservato. Si prosegue il viaggio sempre verso sud per atri 97 km arrivando a Bhavnagar, dove si alloggia presso il Nilam Bag Palace (nilambagpalace.com), una heritage property edificata nel 1859 che ospitava la famiglia reale di Bhavnagar. La città, situata vicino al mare, ha una parte vecchia interessante con un vero pullulare di negozietti di ogni tipo frammisti a vetusti ma affascinanti palazzi.
8°g. Bhavnagar, escursione a Palitana
Si parte presto per Palitana, che dista circa 50 km a sud, per esplorare il Shatrunjay (significa ‘luogo della vittoria’), il monte sacro alla religione jainista, ornato da ben 863 templi edificati nel corso di 900 anni. Per salire si percorre un lungo sentiero gradinato con 3950 scalini su uno sviluppo di circa 2 km, un lungo tragitto che non tutti percorrono interamente, ma se si riesce ne vale decisamente la pena. Se servisse, alla base è possibile assoldare 4 portatori che fanno accomodare su una sedia e partono al galoppo arrivando fino in cima! Difficile rendere in parole la visione delle sommità dei due monti letteralmente coperti di templi che formano un insieme straordinariamente armonico, protetto da fortificazioni. Si incontrano molti pellegrini jainisti vestiti di bianco; lungo la via procedono a piedi nudi con un portamento nobile, portando il tipico bastone a punta. Per la discesa si segue un altro sentiero più diretto che arriva in un altro lato del monte, e si rientra a Bhavanagar.
9°g. Bhavnagar – Champaner - Jambughoda
Si parte presto, circa alle 7; la meta di oggi è Jambughoda che dista in tutto 280 km, un viaggio di circa 7 ore. Si ripercorre per un tratto verso nord la strada del 2/1 per poi deviare ad est per Champaner (240 km). Questo sito, Patrimonio Mondiale Unesco, presenta un’ampia area archeologica con resti che datano dall’VIII al XIV secolo; si individuano le vecchie mura e sul monte di Pavagadh che funge da sfondo vi è il tempio di Kalikamata, un’importante meta di pellegrinaggio induista. I monumenti principali sono le due moschee, con la più grande situata in un bel giardino e impreziosita da un bacino d’acqua. Si prosegue da qui per la vicina regione collinare di Jambughoda, dove immerse in una bella natura ricca di foreste di teak vivono diverse minoranze etniche. Si alloggia presso l’hotel “Home for nature lovers” (jambughoda.com), la residenza del Raja della regione, Vikramsinhji, che risiede in loco con la moglie. Si visitano i villaggi nei dintorni, abitati dalle etnie Rathwas e Nakyas, dove le attività sono l’agricoltura tradizionale e alcune semplici forme di artigianato; l’ambiente e le case sono molto ben curati e dall’aspetto umile ma pulito. Tra i Rathwas è diffusa una particolare forma d’arte, conosciuta come Pithora, che consiste nella decorazione della stanza principale delle case con vivaci dipinti naif realizzati con colori naturali.
10°g. Jambughoda - Chhota Udepur – Mandu
Ci si reca ad un mercato settimanale di villaggio dove confluisce la popolazione locale con automezzi di ogni tipo stracarichi di gente, potendo ammirare i diversi costumi e gli interessanti gioielli delle donne nel contesto variopinto degli scambi di semplici prodotti locali, implementi di prima necessità e vendita di animali. Si prosegue quindi per Chhota Udepur (circa 40 km); situata sulle rive di un lago, era la sede di un piccolo principato del Gujarat orientale. Vi sono alcune case nobiliari, non sempre visitabili, e diversi templi tra cui è particolarmente interessante quello jainista per il connubio di stili che lo compongono. Si prosegue per il Madya Pradesh, la meta è Mandu, che dista da qui 180 km; è posta in magnifica posizione a 650 metri di quota su di un altipiano costituito da una propaggine dei monti Vindhya, 200 ettari di natura incontaminata che si affacciano sulla valle del fiume Narmada che scorre verso occidente e sulla pianura del Deccan, che si estende verso sud a perdita d’occhio. Si alloggia presso il Malwa Resort, la migliore sistemazione disponibile.
11°g. Mandu
Si dedica la giornata all’esplorazione dello straordinario ambiente naturale e artistico di Mandu, un grande complesso di palazzi, moschee e mausolei di architettura afgana del XV e XVI secolo. L’origine di questo incredibile insieme risale alla dinastia afgana dei Ghauri, che nel 1401 conquistò l’indipendenza dal sultanato di Delhi e si dedicò ad una lunga stagione di straordinarie realizzazioni architettoniche che proseguì con la dinastia dei Khalji e, dopo la conquista della roccaforte da parte di Akbar, con quella dei Moghul, il cui sultano Jahangir elesse Mandu a scenario di alcuni tra i più sfarzosi eventi di celebrazione della sua grandezza. Tra i molti capolavori architettonici, collocati in un ambiente naturale di straordinaria bellezza e quiete, si visitano il mausoleo marmoreo di Hoshang Shah, costruito nella metà del XV secolo e importante fonte d’ispirazione per la costruzione del Taj Mahal, il Padiglione di Rupamati, a strapiombo sulla valle della Narmada e battuto dai venti, legato alle memorie del tragico destino d’amore e morte del sultano Khalji Baz Bahadur e di Rupamati, la fanciulla dalla voce d’argento: certamente uno tra i luoghi più belli e romantici del mondo. Quindi il Recinto Reale con il Palazzo della Nave, la Grande Moschea, il tempio di Nilakanth e il Rewa Kund.
12°g. Mandu – Dhar – Indore e volo di rientro
Prima di lasciare l’altopiano si potrà tornare ad ammirarne alcuni dei punti più spettacolari. Si parte quindi per Indore per il volo di rientro. Sul percorso si visita il forte di Dhar (36 km), le cui parti più importanti risalgono al XVII secolo; dalle mura che cingono il colle si ha una bella vista sulla cittadina ed il suo lago. Si prosegue da qui per l’aeroporto di Indore (63 km) dove il volo per Delhi parte alle 17.00 con arrivo alle 18.20 (Indigo) e per Mumbai alle 16.40 con arrivo alle 18.10 (Air India) - orari da confermare. A destinazione si prosegue con l’imbarco sul volo di rientro; se per qualsivoglia motivo fosse richiesta assistenza in aeroporto o il trasferimento tra gli aeroporti a Mumbai, possiamo organizzare quanto richiesto, incluso un proseguimento del soggiorno in India.
13°g. arrivo a destinazione.