1° giorno – giovedì’ 26 Dicembre 2019 ADDIS ABEBA - ITALIA
Partenza alle 20:25 da Milano Malpensa per Addis Abeba con volo di linea Ethiopian Airlines.
2° giorno – venerdì 27 Dicembre 2019 ADDIS ABEBA - HARAR
Arrivo in Addis Abeba alle 06:50. Dopo il disbrigo delle operazioni doganali partenza per la mistica Harar, con le sue mura fortificate, i pittoreschi vicoli, le numerose moschee ed i mercati delle spezie: la città più affascinante dell’Etiopia e del Corno d’Africa, dove pernotteremo.
Pernottamento ad Harar, Ras Hotel o similare. Trattamento FB (pernottamento, prima colazione, pranzo e cena).
3° giorno – sabato 28 Dicembre 2019 HARAR
Dopo colazione visita di Harar.
In serata assisteremo ad uno spettacolo davvero peculiare: l’uomo che nutre le iene selvatiche, un'antica tradizione che si ripete ogni notte.
Pernottamento ad Harar, Ras Hotel o similare. Trattamento FB (pernottamento, prima colazione, pranzo e cena).
HARAR
La mistica Harar, con le sue mura fortificate, i pittoreschi vicoli, le numerose moschee ed i mercati delle spezie, è la città più affascinante dell’Etiopia e del Corno d’Africa e dal 2004 è stata inserita nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità Unesco. Harar, la città proibita, è la quarta città santa più importante nel mondo musulmano e centro di tradizioni islamiche che racconta una Etiopia differente, un’enclave musulmana in un Paese prevalentemente ortodosso. Le cronache dei viaggiatori dell’Ottocento narravano di carovane di migliaia di cammelli che, cariche di merci, partivano dal porto di Berbera sulla costa somala per raggiungere il favoloso emporio di Harar, una città che si trova nella parte orientale dell’Etiopia, l’odierna regione dell’Harari. Si tratta della quarta città santa dell’Islam: vanta la presenza di 82 moschee tre delle quali risalenti al X secolo e di 102 luoghi sacri. È celebre per la produzione di caffè e per il fatto che il suo passato vede la presenza di antichi sultanati che avevano compreso la sua grande importanza commerciale. Anche il poeta francese Arthur Rimbaud si lasciò contagiare degli incanti di questo luogo e visse ad Harar commerciando in sete, cotonine, caffè, gomma, profumi, armi, oro e avorio. L’abitazione di Ras Makonnen, divenuto governatore della città quando Menelik II la strappò definitivamente al protettorato egiziano, è una delle più belle case di Harar, restaurata grazie all’intervento di un’associazione francese, che ospita oggi un museo dedicato al poeta Arthur Rimbaud
La principale attrazione è la città stessa, quella dentro le mura, che sono alte 5 metri e che contano 6 porte che ne permettono l’accesso. Anche le case di Harar sono un’attrazione visto l’arredamento caratteristico. La parte vecchia ricorda le città marocchine, con le piccole viuzze che sembrano dei labirinti. Le attrazioni da non perdere sono il mercato Gidir Market dove si può trovare il famoso caffè locale, la tomba dell’emiro Nur, la moschea al Jami, la tomba dello sceicco Abadir, a cui si deve l’introduzione dell’islamismo nella città: la sua tomba è anche il luogo sostitutivo per coloro che non possono recarsi alla Mecca.
Harar è imbevuta di storia: questa affascinante città che sorge sulle pendici sud-orientali delle montagne Ahmer, ha ben poco in comune con le altre città etiopi. Harar fu anche un caposaldo della penetrazione islamica nel continente africano: nel XVII e XVIII secolo cominciò ad affermarsi come importante centro dell’Islam. Nel 1887 la città si arrese all’imperatore Menelik che cercava di espandere e unificare l’impero sugli altopiani, ma ancora oggi gli harari conservano la propria identità etnica, una lingua e una cultura uniche. Per secoli crocevia di ogni tipo di commercio, ha dato i natali a grandi dinastie di mercanti, ricchi e potenti, sviluppando inoltre una fiorente produzione artistica. Diventata il punto di incontro tra Africa, India e medio Oriente, fin o al 1850 ospitava il più grande mercato del Corno d’Africa.
4° giorno – domenica 29 Dicembre 2019 HARAR - KULLUBI GHEBRIEL- AWASH
Festa di San Gabriele
Oggi, cogliamo l’occasione per recarci al santuario di Kullubi Gabriel, che festeggia la festa di San Gabriele, il Santo Patrono, conosciuto come protettore delle Chiese e dei Cristiani e uno dei Santi più venerati in Etiopia. Questo santuario in particolare è il fulcro di questa venerazione, ed in occasione delle due ricorrenze annuali, a dicembre ed a maggio, si riversano qui migliaia di pellegrini provenienti da tutta l’Etiopia. Questo santo è infatti veneratissimo, perché grazie alla sua intercessione si ottengono molte grazie, quindi in queste due ricorrenze i pellegrini vengono a chiederne di nuove e a sciogliere i voti fatti in precedenza. Sarà una occasione unica per vedere in prima persona quella espressione di autentica e genuina fede, che ormai nel mondo occidentale è un pallido ricordo, che va sempre più sbiadendo.
Pernottamento ad Awash, Awash falls Hotel o similare. Trattamento FB (pernottamento, prima colazione, pranzo e cena).
5° giorno – lunedì 30 Dicembre 2019 ASWASH - ASAYTA
Partenza per Asayta, importante capoluogo afar, a circa 300 metri d’altitudine. Lungo il percorso potremo ammirare i bellissimi scenari che crea il fiume Awash, scavando profonde gole nell'altopiano etiopico per scendere nella depressione e morirvi.
Pernottamento ad Asayta, hotel locale. Trattamento FB (pernottamento, prima colazione, pranzo e cena).
REGIONE AFAR E ASAYTA
La regione Afar stata istituita nel 1995. Confina a nord con l'Eritrea, ad est con Gibuti (già Territorio francese degli Afar e degli Issa) e con la regione di Somali, a sud con la regione di Oromia ed a ovest con le regioni di Amhara e del Tigrè.
Nella parte settentrionale il territorio è costituito dal bassopiano arido della depressione Della Dancalia.
Il popolo degli Afar vive a nord dell'Etiopia nella grande depressione dancala.Gli Afar sono un popolo fiero, interessante ed indipendente, per nulla sottomesso alle regole dell’autorità centrale. Quindi in tutta la Dancalia è d’obbligo chiedere l’autorizzazione prima di scattare una foto ad un membro di questa etnia, pena grosse ed onerose complicazioni. Orgogliosi ed alteri, arrivano in tenuta tradizionale ai mercati settimanali con cammelli, capre e sale da vendere per procurarsi le cose di prima necessità, gli occhi profondi e vivissimi a sorvegliare le donne che si occupano delle transazioni. La bellezza delle donne Afar è leggendaria, stupende e affascinanti, indossano veli trasparenti e colorati e presentano sul viso le tipiche incisioni che le contraddistinguono. Gli Afar sono un popolo di pastori nomadi che abitano quello che viene definito “triangolo Afar” e che comprende tre stati: Etiopia, Eritrea e Gibuti. Sono una società patriarcale ed in base al padre deriva il lignaggio, clan e tribù. L'appartenenza ad un lignaggio è determinante nella vita degli Afar, questa infatti impone obblighi ma nello stesso tempo offre un sicuro sostegno in caso di bisogno. La vita sociale è regolata da un codice tradizionale non scritto, regolamentato da una commissione alla quale partecipano gli uomini adulti appartenenti a diversi clan alleati fra loro. Il territorio poco esplorato ed i laghi salati che circondano Asayta sono una sorta di Santo Graal per chi ama l’avventura: il paesaggio ha caratteristiche quasi dantesche ed è di una bellezza desolata e surreale.
Asayta viene raggiunta ogni martedì, giorno di mercato, da moltissimi nomadi che, per vendere e comperare, sono disposti a percorrere, in condizioni spesso proibitive, decine e decine di kilometri. Il mercato, che è forse il più grande bazar all’aperto della Dancalia, si sviluppa nella piazza principale e in alcune vie adiacenti. Tras il caos che imperversa ovunque si vende e si compera di tutto, dal chat al sale, dai tessui stampati multicolori, alle stuoie per rivestire le capanne fino ai cesti di ogni forma, colore e misura. Per le donne, il mercato è l’occasione unica per esibire gli splendidi abiti dai vivaci colori e i vari ornamenti di rame, ferro e perline colorate.
I piccoli laghi in questa zona sono solo un ricordo dell’immenso lago che, milioni di anni fa, coprì la Dancalia a seguito dell’esondazione dela mar Rosso, provocata dalla spaccatura della crosta terrestre che diede origine alla Rift Valley. Con il lento ritiro delle acque, questa mare interno lasciò dietro di sé lo sterile territorio di oggi e, appunto, i piccoli laghi salati.
6° giorno – martedì 31 Dicembre 2019 ASAYTA - SEMERA
Dopo colazione, visita del mercato, escursione in barca e visita dei villaggi Afar.
Pernottamento in hotel a Semera, Aramis hotel o similare. Trattamento FB (pernottamento, prima colazione, pranzo e cena).
7° giorno – mercoledì 1° Gennaio 2020 SEMERA - ERTA ALE
Attraverso la regione Afar, ammirando bellissimi panorami unici nel territorio, proseguiremo per la catena di bassi vulcani che costituisce il sistema Erta Ale, che nella lingua Afar significa la “montagna che fuma”, dove si organizzeranno guide, scout e cammelli per l’ascesa all’Erta Ale. Nel pomeriggio si sale sul vulcano Erta Ale. 3-4 ore di camminata con soste, per percorrere i circa 10km con un dislivello di circa 420mt.
Il punto più alto misura 613 metri e se saremo fortunati sarà possibile ammirare la caldera in attività con il magma che bolle e ribolle sotto i nostri occhi. Avremo a disposizioni alcuni cammelli per il trasporto del materiale che ci seguiranno fino alla sommità. La fatica della camminata verrà ricompensata dalla straordinaria visione di questo vulcano in perenne attività.
La salita sul vulcano ci permetterà di assistere ad uno spettacolo indimenticabile: il magma ruggisce, esplode, risucchiale rocce, è un mare incandescente di pietra liquida e nera, misterioso ed ipnotizzante. Scenari lunari ed unici.
Passeremo tutta la notte a visitare il lago di lava che è veramente spettacolare!
Pernottamento in capanne sulla cresta vulcanica. Trattamento FB (pernottamento, prima colazione, pranzo e cena).
ERTA ALE
La catena di bassi vulcani che costituisce il sistema Erta Ale, che nella lingua Afar significa la “montagna che fuma ha il punto più alto che misura 613 metri e, dal bordo del cratere sud, si può osservare la lava che ribolle a cielo aperto, a circa cento metri di distanza.
Si tratta di uno dei pochi esempi al mondo di lago di lava. Venendo alla superficie la lava si solidifica e forma delle zolle che vengono spostate in direzioni divergenti dal flusso di nuova lava che risale facendo sì che le “faglie” allargandosi formano delle “fontane” di lava. La salita sul vulcano ci permetterà di assistere ad uno spettacolo indimenticabile: il magma ruggisce, esplode, risucchia le rocce, è un mare incandescente di pietra liquida e nera, misterioso ed ipnotizzante.
Nel novembre 2016 l’Erta Alè ha eruttato più volte e dalla fine di dicembre è possibile salire sulla nuova bocca, trasformatasi in seguito all’eruzione in un cono, e la possibilità di vedere la lava a pochi metri di distanza. Uno spettacolo unico!!
8° giorno – giovedì 2 gennaio 2020 ERTA ALE - DALLOL
Dopo aver apprezzato ancora una volta il bellissimo scenario del vulcano, ed aver ammirato l’alba, inizierà il ritorno, al campo base dove, dopo aver fatto colazione, riprenderemo il viaggio a bordo dei fuoristrada per raggiungere il villaggio di Ahmed Ela, “il pozzo di Ahmed” l’unico villaggio nel deserto della piana di Dodom, un deserto di polvere e vento.
Pernottamento in campo tendato a Ahmed Ela o a Assobole, o in guest house locali (open air). Trattamento FB (pernottamento, prima colazione, pranzo e cena).
9° giorno – venerdì 3 Gennaio 2020 DALLOL
Escursione a Dallol, il “luogo degli spiriti” un’inconsueta e irreale collina alta una cinquantina di metri, un iceberg vulcanico cresciuto sulla crosta salina della depressione dancala. Visiteremo nel pomeriggio la piana del sale, dove la crosta del sale viene spezzata, modellata e spedita sull’altopiano.
Pernottamento in campo tendato a Ahmed Ela o a Assobole, o in guest house locali (open air). Trattamento FB (pernottamento, prima colazione, pranzo e cena).
10° giorno – sabato 4 Gennaio 2020 DALLOL - MELABDAY TREKKING
Partenza a piedi alle prime luci dell’alba, per il trekking lungo il canyon del fiume Saba. Percorreremo la pista dei carovanieri Afar con i cammelli carichi di sale. Durante i circa 16 chilometri incroceremo carovane in entrambi i sensi: chi si dirige verso la piana trasporta foraggio per gli animali, chi torna dalla piana porta il carico di sale. I paesaggi sono magnifici, le rive del fiume sono punteggiate di capanne Afar e da carovane al riposo.
I carovanieri sembrano non fermarsi mai. Lungo il percorso, fra le pareti alte e scure del canyon, gli stessi carovanieri effettuano delle soste per ristorarsi e preparano il pane “borgutta” e il tè. Pranzo al sacco. Arrivo nel tardo pomeriggio al villaggio di Melabday per cena e pernottamento in tenda.
Pernottamento in campo tendato a Melabday, o in guest house locali (open air). Trattamento FB (pernottamento, prima colazione, pranzo e cena).
DALLOL E LA PIANA DEL SALE
Qui i geyser sono in perpetua attività e scolpiscono incredibili sculture: il paesaggio si trasforma creando forme e disegni dai colori irreali tra le esalazioni dei piccoli coni vulcanici che danno al panorama un aspetto magico e raro.
Il suo aspetto primordiale è dovuto all’intensa attività geologica ancora in atto e i termini “apocalittico”, “irreale” e infernale sono tra i più adatti a descrivere questo ambiente estremo formato da gas, vapore acqueo e sali minerali gialli che creano concrezioni solforose che assumono sfumature di un verde intenso man mano che l’acqua evapora.
Attorno alla collina continua lo spettacolo di questa magia vulcanica: a sud di Dallol da una roccia di sale pietrificato esce acqua a temperature altissime che si trasforma in rigagnolo alimentando un lago circolare di acqua ribollente. Grandi colonne di pietra salina si stagliano ad occidente di Dallol e segnano il confine di questa “isola” incredibile: sono le famose “Porte della Dancalia” così nominate da L. Nesbitt, primo esploratore ad attraversare la Dancalia.
Visiteremo nel pomeriggio la piana del sale, dove la crosta del sale viene spezzata, modellata e spedita sull’altopiano.
Assisterete alla estrazione e al taglio dei blocchi di sale, e potrete vedere kilometriche carovane di cammelli, esempi quasi unici al mondo. Dopo aver inciso il sale con asce, enormi blocchi di sale vengono divelti dal suolo e lasciati agli "Hadali Mera", i tagliatori. Solo gli "Hadali Mera", sempre gente Afar, sanno preparare blocchi di sale del peso esatto di 7 kilogrammi.
Sono al lavoro fin dall'alba e senza centimetro solo misurando con gli occhi tagliano blocchetti tutti perfettamente uguali. Un blocco di sale è la moneta unitaria di tutto il traffico di sale: ogni cammello può portare esattamente 20 blocchi a Macalle, centro commerciale dell'altopiano.
11° giorno - domenica 5 Gennaio 2020 MELABDAY - MACALLE' - ADDIS ABEBA
Proseguimento per Macallè, dove ci aspetta una camera in albergo per ristorarci e per una bella doccia. Nel pomeriggio, tempo permettendo faremo una breve visita alla città prima di imbarcarci.
Partenza alle 17:30 da Macallè con volo di linea Ethiopian Airlines per Addis Abeba dove si arriva alle 18:55.
Usciamo dall’aeroporto per partecipare ad una serata, dove gusteremo una cena tradizionale con danze e spettacoli folcloristici.
Intorno alle 22:00 trasferimento in aeroporto per la partenza.
LA DANZA IN ETIOPIA
La danza ha un ruolo estremamente importante nella vita degli etiopi e quasi ogni gruppo etnico ne ha una propria. La danza assolve a una serie di funzioni significative dal punto di vista sociale, in quanto elemento essenziale di celebrazioni delle festività religiose o di eventi sociali quali matrimoni e funerali; anticamente serviva anche a incitare i guerrieri alla battaglia. Nelle aree rurali è ancora possibile assistere a danze di ringraziamento per la natura, ad esempio per un buon raccolto o la scoperta di nuove fonti d’acqua ed anche per consentire ai giovani guerrieri di fare sfoggio della propria agilità ed abilità nella danza. Sebbene il paese vanti innumerevoli tipi di danze, il ballo più popolare e l’iskita, si basa interamente su morbidi ma scattanti sussulti delle spalle, alzandole, e abbassandole, spostandole in avanti e indietro rispettando un preciso ritmo. Osservare una o più danzatrici è un’esperienza unica. E’ un mezzo di comunicazione, allegro e sensuale. Inizia piano piano con movenze che assumono velocità, sinuosità e scaltrezza. Si resta, non solo affascinati dalle danzatrici e dai danzatori, ma esterrefatti, attoniti.
Impossibile riuscire ad imitarli. Impossibile non ammirarli.
12° giorno -6 Gennaio 2020 ADDIS ABEBA - ITALIA
Partenza alle 00:05 da Addis con volo di linea Ethiopian Airlines ed arrivo a Milano Malpensa alle 06:55