Per andare a Kathmandu non ci sono collegamenti diretti dall’Italia e diverse compagnie aeree permettono di raggiungere la capitale del Nepal, partendo da diverse città. Consigliamo Turkish o Qatar Airways. La maggior parte dei voli prevede di viaggiare la notte arrivando nella giornata successiva.
Giorno 2: Arrivo a Kathmandu
Arrivo e accoglienza in aeroporto da parte del corrispondente nepalese. Trasferimento in hotel. Pranzo libero e nel pomeriggio visita dello Swayambhunhat temple, con uno stupa di 2000 anni e una splendida vista della città di Kathmandu. In serata cena tradizionale nepalese in un ristorante tipico. Pernottamento in hotel.
Giorno 3: Kathmandu: Pashupatinath, Bodnath, Durbar
Dopo colazione si iniziano le visite recandosi a Pashupatinath e Bodnath, l’antichissimo Stupa divenuto punto di riferimento per la comunità tibetana. Dopo pranzo si visiteranno la Durbar Square di Kathmandu e Patan (Lilitpur), la più vecchia delle tre maggiori città della Valle di Kathmandu, famosa per i suoi monumenti buddhisti e templi hindu. Potrete osservare il lavoro artigianale in legno, pietra e metallo. Pernottamento in hotel. Pranzo e cena sono liberi.
Giorno 4: Katmandu: Baktapur,
Si dedica la mattina alla visita di Baktapur, il cui nome significa “città dei devoti”; la più preservata, ma purtroppo anche la più danneggiata dal recente terremoto, delle tre antiche capitali della valle di Kathmandu. Qui è più facile rivivere l’atmosfera che permeava la vita della gente prima del recente avvento della “civiltà” moderna. Oltre al piacere di curiosare, questa città-villaggio offre esempi stupendi di architettura newari, tra cui la Nyatapola Mandir, una pagoda a cinque livelli, e le tre piazze di Durbar, Tumadhi e Dattatraya. Nel pomeriggio si rientra in hotel dove si farà un briefing sul viaggio in Tibet. Se a qualcuno necessita acquistare qualcosa come equipaggiamento personale sarà supportato dallo staff dell'organizzazione. Pernottamento in hotel.
Giorno 5: Kathmandu / Lhasa (flight)
Lhasa - situata a 3.650 m di altitudine nella valle del Kyi Chu, significa "trono di Dio" ed è la principale città del Tibet, territorio fin dal 1750 direttamente o indirettamente controllato dalla Cina (e ora dalla Repubblica Popolare Cinese). Attualmente Lhasa è quindi la capitale della Regione Autonoma del Tibet. Era anche la residenza tradizionale del Dalai Lama. Per favorire l’acclimatazione e iniziare ad assaporare la parte vecchia della città ci si reca con una tranquilla passeggiata al Barkor, la strada che pullula di pellegrini e circumambula la cattedrale di Lhasa, punto focale della vita tibetana e vivacissimo mercatino. Ci si muove con calma, piano, per iniziare ad acclimatarsi. Pernottamento in hotel.
Giorno 6: Lhasa: Potala, Jokhang, Norbulingka, Barkor
Giornata dedicata alla visita di Lhasa. Al mattino ci si reca al Potala e al palazzo estivo, il Norbulingka. Si dedica il pomeriggio alle visite della città vecchia che fortunatamente è ancora abitata in prevalenza da tibetani, iniziando dalla magnifica cattedrale del Jokhang che custodisce la statua di Jowo Sakyamuni, una reliquia circondata di mito e leggende che è sicuramente l’oggetto più prezioso del Tibet. Si passeggia dal Barkor, il circuito sacro che la circonda, fino al convento di Ani Tshamkhung e al tempio di Ramoche, che fu fondato nel medesimo periodo del Jokhang e ospitò la sede del collegio tantrico del Gyuto, toccando anche altri siti minori, cari al cuore dei tibetani.
Giorno 7: Lhasa: Drepung, Nechung e Sera
Si visitano le università monastiche poste negli immediati dintorni di Lhasa, iniziando da Drepung che prima dell’invasione era la più grande del Tibet, dove ci si reca anche al tempio di Nechung, una volta sede dell’Oracolo di stato tibetano che conserva dipinti difficilmente visibili altrove. Nel pomeriggio si visita l’università di Sera, dove spesso si può assistere al dibattito dei monaci, e si rientra nella città vecchia a curiosare nel Barkor.
Giorno 8: Lhasa – Gyantse (250 km – 4/5 ore)
Oggi inizia il viaggio con una giornata intera di trasferimento a Gyantse (3650 mt). Lungo la via si attraverseranno i passi Kamba la (4794 mt) e Karo la (5010 mt), entrambi con spettacolari vedute di paesaggi. Dopo il Kamba la si arriva al Yamdrok tso, conosciuto anche come il Lago Turchese. Arrivo a Gyantse che nel 15° secolo fu capitale di un piccolo regno che divenne il centro principale di scambi commerciali con l’India inglese. Pernottamento in hotel.
Giorno 9: Gyantse - Shigatse (90 km – 2/3 ore)
In mattinata visita della città fortificata con il Kum-bum e il monastero Palkhor che fu costruito nel 1400 d.C. circa. Trasferimento quindi a Xigatse (3800 mt) dove ci si reca a visitare il grandioso monastero di Tashilhumpo, ricco di inestimabili tesori, che fu fondato dal primo Dalai Lama nel 1447, uno dei più grandi del Tibet, con molti templi e sale che meritano un’attenta visita dove sono conservati inestimabili tesori tra cui primeggiano i giganteschi Stupa dei Panchen Lama. Pernottamento in hotel.
Giorno 10: Shigatse – Sakya
Si lascia Shigatse seguendo la strada che porta verso il Nepal; valicato un passo si lascia la valle di Lhartse e con una breve deviazione a sud si arriva a Sakya, dove si alloggia presso l’hotel Yuanfu; la quota qui è di circa 4300 mt. Il colossale tempio – fortezza di Sakya, posto alle propaggini della grande catena himalaiana, tra il 1268 e il 1365 fu anche sede del governo del Tibet; è un sito ottimamente conservato di dimensioni impressionanti, con molti monaci che sono da tempo tornati a viverci, ed è ricchissimo da visitare. Già nelle torri perimetrali sono alloggiati dei templi e all’interno delle poderose mura si trovano una serie di edifici importanti, tra cui la casa dell’Abate accanto a cui si trova un impressionante Gonkhang, e, se qui si sale sul tetto del tempio centrale, si trova la cappella del protettore principale, luogo di grande forza esoterica. Ma è dal cortile più interno che si accede a tre colossali Lhakhang, con una profusione di affreschi e reperti artistici eccezionali: a sinistra quello dedicato alle cerimonie rituali, a destra uno che conserva colossali Stupa dei maestri storici dei Sakya e incredibili affreschi di mandala e, di fronte, la sala principale dove nella mistica penombra vi sono statue di fattezza perfetta. Dietro a quest’ultimo tempio si trova una delle biblioteche più preziose del Tibet, con migliaia di testi originali posti su scaffali alti una decina di metri o più. Sul monte di fronte al complesso, oltre il precipitoso torrente, vi sono le rovine dello Dzong più antico ed i resti di vecchi templi con un certo numero di chorten, alcuni templi attivi, tra cui quello edificato di fronte alla grotta del grande Siddha Kunga Nienpo, mitico fondatore della scuola sakyapa, e il convento femminile.
Giorno 11: Sakya - Saga
Tornati sulla strada principale che porta in Nepal si passa da Lhartse e la si lascia per seguire un percorso più settentrionale che supera un passo e transita da un primo lago e quindi dal lago di Ngaring, e, attraverso un ambiente di praterie d’alta quota, si arriva a Zangzang, un villaggio dove si trova un interessante convento femminile di scuola Nyingmapa. Da qui si prosegue sempre verso ovest attraverso valli e passi erbosi in un bell’ambiente naturale fino a Saga, sul fiume Tsang Po, dove si alloggia presso l’hotel Saga o simile; la quota è di circa 4600 mt.
Giorno 12: Saga - Manosarovar (425km, 9/10 ore)
Il bellissimo percorso di questa lunga tappa, che impegna per almeno 8 ore di guida ed è resa possibile grazie a dei lavori di miglioramento che sono stati recentemente eseguiti sulla strada, attraversa una regione dove spesso si incontrano le tende dei nomadi. A Trongsa si trova un interessante monastero e, prima di Paryang, una zona di dune di sabbia sullo sfondo dell’alto Himalaya. Oltre il passo del Mayum ed il lago di Te Tso si raggiungono le acque turchesi del “lago della madre”, il sacro Manosarovar (4558 mt), che viene circumambulato a piedi da molti pellegrini tibetani; da qui si vede per la prima volta il Kailash, oltre le vaste acque del lago e il Gurla Mandata (7800 mt). Pernottamento in Guest House/Campo
Giorno 13: Manosarovar – Darchen (70 km, 2/3 ore)
Manasarovar è il lago della compassione, della tranquillità e benedetto. Dopo un memorabile bagno mattutino e la puja, passiamo per il Chiu Gompa e ci dirigiamo verso Darchen (4650 mt), considerato il campo base per la sacra Kora del Kailash. Pernottamento in Guest House/Campo
Giorno 14: Kora del Kailash: Darchen – Dirapuk
Il percorso a piedi porta dopo le prime due ore circa sulla piana di Tarboche, all’ingresso della valle occidentale del Kailash, il luogo dove si svolge Saga Dawa. Si transita ai piedi del monastero di Choku che si erge sul versante occidentale e viene visitato solo dai più tenaci e si sale gradualmente al cospetto dei colossali muraglioni occidentali del Kailash; a tratti dal sentiero appare altissima la cuspide sommitale. Si aggira il monte finché appare l’immortale parete nord, ai cui piedi si trova l’eremo di Dirapuk, dove si pone il primo campo (5000 mt circa) in vista della maestosa parete.
Giorno 15: Kora del Kailash: Dirapuk – Dolma La – valle di Zutrulpuk
Salendo verso il passo di Dolma si transita da alcuni laghetti e da un punto dove i pellegrini usano lasciare qualcosa di personale: solitamente dei vestiti, e a volte anche delle … dentiere, per significare l’abbandono del peso del proprio karma e delle negatività del passato. Il mitico passo è alto circa 5600 metri; quindi la salita viene sempre svolta procedendo con grande tranquillità, senza fretta: sarà faticoso, ma fino ad oggi tutti i pellegrini giunti qui ce l’hanno fatta!! Dal Dolma, dove un’infinità di bandiere di preghiera sventolano al vento e non si vede più la vetta del Kailash, un luogo che commuove molti pellegrini, si scende ripidi passando subito dal laghetto di Tara, dove può capitare di vedere pellegrini induisti che eseguono un’abluzione nell’acqua gelida, a circa 5500 metri di altezza. Arrivati alle pasture della valle sottostante, dove si trovano usualmente degli yak al pascolo, si continua con un lungo tratto di cammino pianeggiante allietato da una visuale dello spigolo nord est del Kailash e finalmente si pone il campo.
Giorno 16: Kora del Kailash: Zutrulpuk – Manosarovar
Nell’ultima giornata, ormai in vista dei laghi sacri di Manosarowar e Raksal Tal, si passa dal monastero di Zutrulpuk, costruito sul luogo dove il santo Milarepa meditava in una grotta, e si esce dalla valle di Akshobya raggiungendo Darchen, completando il cammino. Si ‘fugge’ subito da questo posto mal gestito per porre il campo sulle rive del grande lago turchese Manosarovar, per un ultimo saluto al “Lago della Madre”.
Giorno 17: Manosarovar - Saga
Si ripercorre la strada dal lago Manasarovar a Saga. Pernottamento in Guest House/Campo.
Giorno 18: Saga – Nayalam (240 km, 6/7 ore)
Si percorre la strada da Saga a Nayalam riattraversando la stupenda area nomadica del lago di Pelkho. Pernottamento in Guest House/Campo.
Giorno 19: Nayalam – Kathmandu (150 km, 7/8 ore)
Si raggiunge il confine tibetano di Zhangmu, e dopo sbrigate le formalità per i visti cinese e nepalese, si riparte alla volta di Kathmandu. Pernottamento in hotel.
Giorno 20: Rientro in Italia
Trasferimento all’aeroporto internazionale in coincidenza con il volo per l’Italia.