L'Iraq, ufficialmente Repubblica d'Iraq è uno Stato del Medio Oriente. Confina con Turchia a nord, Arabia Saudita e Kuwait a sud, Siria e Giordania a ovest, e Iran (provincia del Kurdistan) a est. A sud-est, per un breve tratto, è bagnato dal golfo Persico. Il territorio dell'Iraq corrisponde approssimativamente alla regione geografica della Mesopotamia, il cui toponimo significa "terra in mezzo ai fiumi" (Bilād al-Rafidayn in arabo); il nome Iraq deriva dal nome dell'antica città di Uruk, che a sua volta corrisponde all'odierna città di Warka, e pare fosse usato anche come nome per la regione di Babilonia. I costituenti del nome Ur+uk in lingua sumera significano "città+pensiero/esistenza", mentre i radicali consonantici irq e urq delle successive lingue semitiche indicano fiumi e in generale il raccogliersi dell'acqua. La capitale è Baghdad.
Morfologia
Oltre alla Mesopotamia, il territorio iracheno comprende a ovest un vasto lembo orientale del deserto Siriaco, gli ultimi tavolati del Nefūd (Arabia Saudita) e i primi rilievi della catena dello Zagros, mentre a nord include un'estrema sezione della stessa catena che corrisponde al Kurdistan meridionale. Circa il 60% del territorio rientra però nella pianura mesopotamica, vasta area depressionaria orientale (Irāq potrebbe significare appunto bassopiano) del tavolato siro-arabico, colmata verso il Golfo Persico dalle alluvioni recenti del Tigri e dell'Eufrate: è perciò una zona di passaggio tra la Siria (e quindi il mondo mediterraneo) e il Golfo Persico, naturale corridoio verso il mondo indiano. La sua struttura geologica è relativamente semplice, essendo costituita essenzialmente da un imbasamento paleozoico che, ricoperto da potenti stratificazioni sedimentarie marine, si contrappose ai movimenti orogenetici cenozoici (a cui si ricollegano le vaste espansioni di rocce effusive presenti nel Nord) che hanno formato gli archi montuosi del Tauro e dello Zagros: la grande zolla, rimasta essenzialmente rigida, subì un'inclinazione verso S e, a partire dalla fine del Cenozoico, fu ricoperta nella sezione più meridionale dalle alluvioni depositate dal Tigri e dall'Eufrate, secondo un processo ancora in corso, come testimoniano le continue variazioni morfologiche e gli spostamenti della linea di costa. L'orlo montuoso dell'Iraq, che nella parte orientale supera in più punti i 3500 m (Keli Haji Ibrāhīm, 3600 m), forma un gigantesco arco di catene diretto prima da W a E e poi da NW a SE fin quasi a lambire il Golfo Persico. I monti scendono ripidi sul bassopiano o vi si smorzano con una serie di lunghe e spettacolari pieghe anticlinali: fratture tettoniche hanno favorito l'infiltrarsi di colate basaltiche e questi monti, per lo più formati da rocce calcaree, incisi da gole, si presentano aridi e nudi anche per la diffusione che vi hanno i fenomeni carsici. Nei settori occidentali e sudoccidentali del Paese si estendono invece monotone piattaforme, debolmente inclinate verso l'Eufrate e preludio ai deserti di Arabia e di Siria; i solchi dei widian e le alture basaltiche ne costituiscono la più marcata componente morfologica.
Clima
Il clima iracheno è subtropicale: praterie aride a nord e deserto a sud. Gli inverni sono miti, escludendo la catena montuosa a nord del paese, dove sono abbastanza rigidi. Le estati sono caldissime. Le temperature in questa stagione sono tra le più elevate al mondo: superano infatti costantemente i 43 °C, con punte di 51 - 52 °C, soprattutto nella pianura mesopotamica.
Popolazione
I tre principali gruppi etnico-religiosi del Paese sono gli arabi (iracheni di lingua araba) sunniti, gli arabi sciiti e i curdi (il 15-20% della popolazione, anch'essi prevalentemente sunniti).
Etnie
L'etnia maggioritaria (75-80%) è quella degli iracheni di lingua araba, del ceppo semitico. Vi è poi una consistente minoranza curda (15-20%), che parla la lingua curda del ceppo indoeuropeo, maggioritaria nel nord-est del Paese. Fra le altre etnie vi sono quella assira, ossia quella minoranza di iracheni settentrionali (delle religioni dell'Assiria) che hanno continuato a professare il cristianesimo siriaco e a parlare lingue aramaiche (anch'esse del ceppo semitico) e non hanno adottato l'islam e l'identità linguistica araba come il resto della popolazione semitica irachena, e l'etnia turcomanna.
All'interno di questi gruppi etnici sono poi individuabili dei sottogruppi, come i cosiddetti arabi delle paludi e gli yazidi, questi ultimi di etnia curda ma identificati dalla loro religione pre-islamica (yazidismo).
Religioni
Gli iracheni sono ufficialmente in larghissima maggioranza musulmani (99% della popolazione). Nello specifico, circa il 62,5% della popolazione è di fede sciita e il 34,5% è di fede sunnita. Gli iracheni residenti nella popolosa zona sudorientale sono prevalentemente sciiti, mentre gli iracheni residenti nella parte centro-occidentale del Paese e la quasi totalità degli appartenenti all'etnia curda, insediati prevalentemente nell'Iraq nordorientale, sono prevalentemente sunniti.
Vi sono poi minoranze professanti il cristianesimo, il mandeismo, e lo zuismo, e specificamente tra i curdi lo yazidismo, lo yarsanesimo e lo zoroastrismo. Fino circa al 2003 la popolazione cristiana contava circa 1 500 000 fedeli, per lo più appartenenti alle chiese assira, cattolica caldea, siriaco-ortodossa, siriaco-cattolica e armena. Negli anni successivi, però, il numero di cristiani in Iraq è drasticamente calato, e oggi si stima ammonti a circa 200.000 persone.
Lingue
La lingua più parlata è l'arabo, nella sua variante mesopotamica (di dialetto qeltu nel nord, e dialetto gilit nel sud; i nomi dei due dialetti sono il rispettivo modo di pronunciare "io dicevo", qultu in arabo standard), appartenente alla famiglia linguistica semitica. L'arabo mesopotamico è caratterizzato da un substrato aramaico e accadico (assiro e babilonese), e tramite quest'ultimo anche sumerico.
Il curdo, lingua del gruppo linguistico indoeuropeo e assai vicino al persiano, è parlato invece nelle zone dove l'etnia curda è maggioritaria. L'arabo e il curdo sono le due lingue ufficiali, ma, in base all'articolo 4 della Costituzione, sono riconosciuti anche il siriaco/assiro neo-aramaico e il turcomanno come lingue ufficiali nelle aree amministrative dove sono più parlati, e ai madrelingua viene garantito il diritto all'istruzione in tali lingue nelle istituzioni governative pubbliche, e lo stesso vale per la piccola minoranza parlante armeno.[20]
Storia
Storia antica
L'area fertile della Mesopotamia, situata fra i fiumi Eufrate e Tigri, ha visto nascere alcune delle civiltà più antiche del mondo, fondate dai popoli dei sumeri di lingua isolata e degli accadi di lingua semitica, l'accadico. Questi ultimi fondarono un impero nella regione, poi articolatisi politicamente in Babilonia e Assiria, da cui si svilupparono due dialetti della lingua accadica, il babilonese e l'assiro. La civiltà sumero-accadica ha dato importantissimi impulsi allo sviluppo della civiltà eurasiatica, e mondiale, quali l'invenzione dei primi metodi di scrittura. Nella città sumerica di Ur, sarebbe inoltre nato il patriarca Abramo delle tre religioni monoteiste religioni abramitiche.
La Mesopotamia fu successivamente parte dell'impero persiano, sia di dinastia achemenide, sia partica, sia sasanide. In seguito fu annessa all'impero romano, e nel III secolo vi si diffuse il cristianesimo, soprattutto nestoriano. Successivamente, nel IV secolo, tornò nell'orbita della Persia, fino alla definitiva sconfitta dei persiani da parte dell'imperatore bizantino Eraclio I nel VII secolo, poco prima della conquista islamica della regione.
Periodo islamico
Nel 656 la Mesopotamia venne incorporata nel califfato arabo, iniziò a diffondersi l'islam, e divenne di uso preponderante la lingua araba, che ebbe origine nella regione dell'odierna Giordania (l'alfabeto arabo deriva da quello nabateo) ma venne poi raffinata proprio nelle città mesopotamiche. La sede del califfato era allora a Damasco, in Siria, ma nel 762 fu spostata dalla nuova dinastia abbaside nella città mesopotamica di Baghdad (vicino all'antica Babilonia), che rimase a lungo il centro più importante del mondo arabo-islamico e non solo, salvo il relativamente breve periodo in cui il centro di governo e dell'economia si spostò nella più settentrionale Samarra.
Il califfato abbaside cadde nel 1258 sotto i colpi dei Mongoli guidati da Hülegü, avviando un processo di frammentazione politica (ma non culturale) del mondo arabo-islamico, il quale fino ad allora aveva trovato unità politica proprio nel califfato. Tamerlano, un condottiero turco-mongolo musulmano, invase l'Iraq nel 1401, pur mantenendo il centro delle sue attività politiche a Samarcanda, come d'altra parte fecero anche i suoi discendenti.
Dall'inizio del XVI secolo, l'Iraq fu invece conteso tra l'impero persiano, retto dalla dinastia sciita dei Safavidi (azeri di lingua e cultura), e l'impero ottomano di religione sunnita, fin quando quest'ultimo lo incorporò definitivamente nel 1638 (Trattato di Qasr-e Shirin).
Indipendenza
Al termine del primo conflitto mondiale, le truppe britanniche occuparono l'odierno Iraq, fino ad allora rimasto provincia ottomana. Nell'ambito della spartizione dell'Impero ottomano in base all'accordo Sykes-Picot del 1916 tra Regno Unito e Francia, il 25 aprile 1920 fu presentata alla Società delle Nazioni una bozza che attribuiva a Londra il mandato di amministrare l'Iraq in vista della sua futura indipendenza; fu il periodo del Mandato britannico della Mesopotamia. Tuttavia, lo scoppio di una rivolta anti-britannica nei mesi successivi spinse a scartare l'idea del mandato in favore di un'immediata semi-indipendenza, con la politica estera e militare sotto il controllo di Londra, oltre al diritto di intervento di quest'ultima anche in altri campi. Il nuovo Stato assunse per volontà britannica la forma di una monarchia retta dal re di stirpe hashemita Fayṣal b. al-Ḥusayn. Il periodo di amministrazione britannica ebbe fine il 3 ottobre 1932, quando venne ufficialmente riconosciuta l'indipendenza del Paese, seppure ancora limitata sotto alcuni aspetti militari ed economici.
Nel 1941, il governo filo-britannico di Nūrī al-Saʿīd fu rovesciato da un colpo di Stato nazionalista, guidato dall'avvocato Rashīd ʿAlī al-Kaylānī, che tuttavia né la Germania nazista né l'Italia fascista appoggiarono in modo significativo. Fra l'1 e il 3 giugno 1941 i britannici intervennero militarmente contro il nuovo governo e lo sconfissero nel giro di un mese, causando circa un migliaio di morti. La frustrazione dei sostenitori del deposto governo, anti-britannico e favorevole a un'alleanza con l'Asse, diede luogo alla prima e più eclatante persecuzione degli ebrei in Iraq, il Farhud ("rottura dell'ordine e della legge").
Inoltre, proprio in questo periodo iniziò a venire alla luce la questione curda. I curdi d'Iraq avevano trovato la loro guida spirituale nel mullah Mustafa Barzani, il quale riuscì nell'intento di fare proseliti per proporre delle richieste alla monarchia. Le richieste presentate da Barzani includevano il riconoscimento di pari diritti per i curdi e la loro sovranità su un territorio a loro riconosciuto. La Corona non diede ascolto tuttavia alle richieste del mullah, cosicché nel 1949 Barzani guidò una rivolta contro la monarchia. La prima insurrezione curda fu sedata dall'esercito monarchico, e Barzani insieme ai suoi collaboratori andò in esilio volontario in Unione Sovietica, dove ottenne protezione come rifugiato politico. Fece poi ritorno in Iraq solo dopo la caduta della monarchia nel 1958.
Nel 1946, i grandi scioperi scossero Kirkuk. I manifestanti denunciano le condizioni di lavoro, ma anche il dominio britannico sulla compagnia petrolifera. I leader politici dei partiti progressisti sono incarcerati. Nel 1948, quando il governo firmò un nuovo trattato di alleanza con il Regno Unito, vi furono manifestazioni di massa. La monarchia perde il controllo delle strade per qualche giorno. La legge sullo stato di emergenza fu immediatamente applicata e Nūrī al-Saʿīd, un veterano della monarchia che aveva già assunto più volte la guida del governo, tornò al potere e introdusse leggi anticomuniste. Il segretario generale del partito comunista iracheno, Yūsuf Salmān Yūsuf, detto Fahd (leopardo), viene impiccato e i giornali vengono censurati. Dal 1954, l'appartenenza al Partito Comunista ha portato alla perdita della cittadinanza.
Cessata la tutela britannica alla fine della seconda guerra mondiale, la monarchia di re Faysal II perseguì una linea filo-occidentale, ma il 14 luglio 1958 un colpo di Stato messo in atto dal Comitato degli Ufficiali Liberi guidati dal generale ʿAbd al-Karīm Qāsim (talora scritto Abdul Karim Kassem) e dal colonnello ʿAbd al-Salām ʿĀrif, istituì la repubblica, giustiziando sommariamente l'intera famiglia reale con i suoi notabili e perseguendo una linea nazionalista e neutralista. L'8 febbraio 1963 Qāsim viene ucciso nel corso di un ulteriore colpo di Stato, che porta al potere il partito Ba'th, di ispirazione socialista e panaraba, favorevole a un avvicinamento in politica estera all'Unione Sovietica. Il nuovo governo è sostenuto dagli esuli curdi (di cui aveva permesso il ritorno) e dal Partito Comunista. Nelle settimane successive sono state adottate numerose riforme: riforma agraria, aiuti alle famiglie povere, piani urbanistici, ecc.
Il governo è perciò sostenuto dalla repubblica egiziana governata dal colonnello Nasser, ed è in questa cornice che muoverà i suoi primi passi politici il ba'thista Saddam Hussein. Tuttavia, il 18 novembre 1963 il regime del Ba'th viene rovesciato da un altro colpo di Stato ad opera dell'ex braccio destro del generale Kassem, il colonnello ʿAbd al-Salām ʿĀrif. Dopo la morte violenta di quest'ultimo sarà suo fratello, il feldmaresciallo ʿAbd al-Rahmān ʿĀrif a guidare il Paese. Il 17 luglio 1968, però, il Baʿth è riportato al potere ancora da un colpo di Stato,guidato questa volta dal generale Ahmad Hasan al-Bakr, parente di Saddam Hussein. In tutto questo ventennio postbellico i rapporti con la minoranza curda sono segnati da cicli di insurrezioni, repressioni, tregue, accordi politici e mancata applicazione degli stessi.
L'Iraq venne governato dal partito socialista panarabo al-Baʿth dal 1968 al 2003, con Saddam Hussein, leader del Paese dal 1979. Nel 1980, l'Iraq invase l'Iran, scatenando una guerra prolungata che durò quasi otto anni e terminò con uno stallo e con perdite devastanti per entrambi i paesi. Dopo l'invasione dell'Iraq del 2003 ad opera dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, il partito Ba'ath di Saddam Hussein è stato rimosso dal potere e nel 2005 si sono tenute elezioni parlamentari multipartitiche. La Costituzione del 2005 fu approvata dal 79% dei voti attraverso un referendum. La presenza degli Stati Uniti in Iraq ebbe fine nel 2011.
L'Iraq è oggi uno Stato federale e parlamentare. Il presidente è il capo di Stato, il primo ministro è il capo del governo, l'organo deliberativo è il "Consiglio dei rappresentanti". Nel rispetto della separazione dei poteri, la magistratura è indipendente dai poteri esecutivo e legislativo. L'Iraq possiede la terza riserva di petrolio più grande al mondo ed è considerato una media potenza emergente con una posizione strategica.